Martedì 8 settembre la Gaming Hall Garbini di Viterbo ha ospitato il secondo appuntamento di “Innamòrati di Te”. Il progetto itinerante di Codere Italia è stato ancora una volta un momento di riflessione e condivisione su temi quali lo stalking, il femminicidio e la violenza fisica o psicologica. I dati dell’ultima rilevazione Istat, “Violenza contro le donne dentro e fuori la famiglia” sono allarmanti: una donna su tre tra i 16 e i 70 anni ha subito una qualche forma di violenza fisica o sessuale. I dati ufficiali troppo spesso però non rispecchiano la situazione reale.
Emanuela Valente, Fondatrice dell’Osservatorio In Quanto Donna ha dichiarato che i numeri a disposizione sul sito InQuantoDonna.it dicono che Viterbo è una delle città con il minor numero di femminicidi in Italia, con quattro casi riconosciuti negli ultimi cinque anni. Ma il numero delle denunce non è indice univoco di maggiore o minore violenza.
Il reato di stalking in Italia è stato affiancato nel 2013, come ha sottolineato Elisa Fornaro, Avvocato dell’Associazione Donne per la Sicurezza, dalla relazione affettiva come possibile aggravante. I dati confermano che in oltre il 62% dei casi sono proprio i partner, gli ex mariti, i parenti e gli amici di famiglia i diretti responsabili delle violenze. Altro aspetto delicato è la “collusione di coppia”, che permette alle donne di subire violenza senza denunciare.
Marisa Nicolini, Psicologa e Psicoterapeuta del Tribunale di Viterbo ha evidenziato che esiste un filo rosso che collega fenomeni apparentemente diversi come lo stalking, il bullismo o il mobbing: il bisogno di controllo e potere da esercitare su chi si sceglie come vittima. Nella quasi totalità dei casi di violenza, la vittima si percepisce in una condizione di inferiorità, con scarsa fiducia in se stessa, a volte addirittura colpevole della violenza subita.
Il progetto “Innamòrati di Te” vuole ribadire la necessita di realizzare una forte autostima nella donna, come prevenzione primaria. I numeri ci dicono che purtroppo nella piccola realtà provinciale si tende a nascondere l'entità dei fenomeni di violenza. Stefano Innocenzi del Pronto Soccorso-Ospedale Belcolle di Viterbo ha spiegato come l'accesso al Pronto Soccorso rappresenti spesso il primo punto d'incontro tra la vittima e le istituzioni.
In Italia il fenomeno della violenza sulle donne è ancora visto come un problema di ordine pubblico, piuttosto che culturale. L’educatrice Valentina Sega ha fatto notare che nella società si riconoscono due paradossi. Il primo è l’equità: la vittima può essere plurilaureata o disoccupata, manager o casalinga. Il secondo è che l’oggetto del problema, la donna che subisce, diviene soggetto e il soggetto, l’uomo che usa violenza, scompare.
Barbara Cerusico, Presidente dell’Associazione Donne per la Sicurezza, ha dichiarato che alle mamme è affidato il compito di insegnare ai figli maschi il rispetto per le donne, educandoli anche ad accettare i “no” che una donna ha il diritto di dire. Le donne, quando decidono in qualche modo di reagire, si rivolgono ad associazioni locali e centri antiviolenza.
Giovanna Dominioni della Polizia locale, responsabile per Viterbo e Provincia dell’Associazione Donne per la Sicurezza e istruttore di Krav Maga ha spiegato come l’associazione di cui fa parte accolga le richieste di aiuto delle donne, offrendo un sostegno specifico per trovare la soluzione più adatta alla loro situazione.
Le evoluzioni della società moderna hanno portato alla ribalta anche nuove forme di difesa come il Krav Maga, attività molto popolare nelle palestre tra le donne che vogliono sentirsi più sicure in caso di tentativi di aggressione.