26/09/2016 Settembre è sinonimo di vendemmia.
E’ questo il momento in cui ci si prepara alla selezione e raccolta dell’uva che una volta fermentata diventerà vino, e di quella che arriverà direttamente in tavola.
Nelle zone dell’Italia meridionale la vendemmia inizia già a fine luglio, come nel caso del Pinot grigio in Sicilia. Ad agosto ci si concentra invece sulla raccolta prematura delle uve Chardonnay per la produzione del prosecco, come nel caso della zona del Franciacorta in Lombardia. A seguire, nel periodo settembre-ottobre, si procede con il lavoro nella maggior parte dei vitigni.
Chiude la stagione, tra ottobre e novembre, la maturazione tardiva di vitigni aromatici come il Raboso e il Nebbiolo.
Per testare correttamente lo stato dei chicchi, ancora oggi si procede assaggiandoli per verificare colore, sapore, profumo e acidità.
Per la vera e propria vendemmia si procede a mano o – sempre più spesso – con le macchine. In vitigni dove la produzione è più qualitativa, la raccolta a mano è fondamentale per una selezione accurata e per evitare schiacciamenti. Lo step successivo è poi la pigiatura delle uve; un’operazione una volta fatta a mano – anzi con i piedi – e oggi quasi esclusivamente meccanizzata. In passato il momento della vendemmia era anche un’occasione per fare festa, per ritrovarsi a condividere una cena in cantina pervasi dal profumo del mosto.
Oggi, seguendo questa tradizione, sono molte le case vitivinicole che aprono le porte a turisti e curiosi che vogliono confrontarsi con la fatica e il piacere del lavoro tra i filari d’uva.
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