Secondo l’agronomo italiano Luigi Fienaroli ne esistono 21 varietà diverse. Sono di colore marrone e nascono nel riccio. Parliamo delle castagne, uno dei frutti della stagione autunnale.
Consumate arrosto, le caldarroste, o lessate, caldallesse o succiole, le castagne sono sempre un alimento molto nutriente, anche se calorico (200 kcal ogni 100gr). Sono anche ricche di fibre (circa l’8%), proteine, potassio e sali minerali.
Le origini del castagno sono antichissime, avendo fatto la sua comparsa nel cenozoico, oltre 65 milioni di anni fa. Possiamo quindi dire che già l’uomo preistorico si nutriva dei suoi frutti. In Europa, prima dell’arrivo delle patate e del mais dall’America, la castagna era un alimento essenziale in cucina, e con la sua farina si preparava la polenta.
L’Italia è un paese particolarmente ricco di castagneti: se contano oltre 800.000 ettari, pari al 15% dell’intera superficie boschiva. Due sono stati le fasi di espansione di questa pianta. La prima all’epoca dei Romani, che ne apprezzavano particolarmente il frutto e il legno. La seconda durante il Medioevo, intorno la fine dell’anno 1000, con Matilde di Canossa. Convinta dell’importanza delle castagne come base per la sopravvivenza alimentare delle popolazioni montane italiane, ne moltiplicò la diffusione, grazie ai monaci benedettini. Si deve a lei anche un criterio nuovo per la disposizione delle piante che ne favoriva la crescita: il cosiddetto "sesto d’impianto matildico".
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