Esigenza di viaggiare continuamente per vedere nuovi posti e conoscere gente, ossessione per i costi dei voli da controllare più volte al giorno per trovare una buona offerta, mania di collezionare guide di viaggio, voglia irrefrenabile di sfogliare l’atlante e studiare nuovi itinerari. Questi e molti altri sono i principali sintomi della sindrome di Wanderlust, ovvero la malattia di viaggiare. Tutto studiato scientificamente e tradotto come una certa mutazione del recettore della dopamina D4 (DRD4) che contribuisce alla voglia di viaggi e vacanze. Il recettore D4 è quello che provoca la ricerca di nuovi stimoli, un’esigenza continua propria di molte popolazioni migratorie.
Lo stesso National Geographic cita diversi studi che avvalorerebbero questa mutazione rispetto a popolazioni sedentarie.
Non può essere certo un solo gene a determinare la voglia di viaggiare, ma di certo può contribuire insieme ad altre condizioni ambientali. Di sicuro l’uomo è da sempre spinto alla ricerca e alla conoscenza. Si è arrivati nello spazio, sulla Luna e su altri pianeti.
La voglia di movimento continuerà a esistere nel corredo genetico di ogni umano. Quindi se si sente un senso di claustrofobia quando si sta per troppo tempo a casa non c’è da preoccuparsi troppo o correre dal medico. Il più delle volte basterà acquistare un biglietto aereo e viaggiare.
La curiosità per tutto ciò che è nuovo e inesplorato verrà appagata per un po’, o almeno fino al prossimo viaggio.