Arriva Natale e le “cucine” delle famiglie italiane si attrezzano per la preparazione dei dolci tradizionali. Ogni regione ha il suo dolce tipico, che si può trovare in diverse varianti, a seconda della zona. Tra i dolci più famosi vi sono gli struffoli, tipici della tradizione napoletana, anche se vengono preparati ormai in varie regioni d’Italia. Sono delle morbide palline piccole di pasta dolce che vengono fritte, imbevute nel miele e, infine, guarnite con canditi e confettini colorati. A Taranto vengono chiamati "sannacchiudere", in Sardegna "giggeri", a Lecce "purcedduzzi" e infine in Abruzzo, Molise, molte zone del Lazio e Marche "cicerchiata", molto simile a "cicerata" nome usato in Calabria e Basilicata.
Come si preparano i veri struffoli napoletani? Si comincia con l’impasto, setacciando su un piano di legno la farina con un pizzico di sale, a cui aggiungere le uova, lo zucchero semolato, il burro ammorbidito, il rum (o il limoncello) e la buccia grattugiata di un limone. Lavorare l'impasto a lungo in modo da ottenere una pasta morbida, liscia ed elastica. Avvolgerla nella pellicola trasparente e metterla a riposare in frigo per un'ora circa. Trascorso il tempo di riposo, prendere l'impasto, tagliarne una piccola parte e lavorarla con le mani creando un cilindro spesso, che si dovrà tagliare, formando dei rettangolini della lunghezza di circa un centimetro. Gli struffoli, cuocendo, non crescono di volume poiché nell’impasto manca il lievito. Mettere, quindi, a scaldare l’olio di semi di arachide in una capace padella a bordi alti (possibilmente un wok). Quando l'olio avrà raggiunto la temperatura di 180° adagiare delicatamente alcuni struffoli che si poggeranno per qualche istante sul fondo per poi risalire in superficie in breve tempo. Gli struffoli napoletani cuociono in pochissimo tempo, in meno di un minuto. Dopo averli fritti, sistemarli su un piatto piano e piuttosto ampio e versare sopra del miele, precedentemente scaldato con i canditi. Completare la decorazione con confettini e codette colorate.
Due le “scuole di pensiero” sulle origini degli struffoli: alcuni gastronomi ritengono che siano di origine greca e la conferma verrebbe dal nome "stróngylos" che significa "di forma tondeggiante" e dal fatto che nella cucina greca esiste un piatto simile, i “loukoumades”, frittelle dolci preparati come gli struffoli. Altri storici della gastronomia parlano invece di un’origine spagnola. In Andalusia, in particolare, esiste un dolce chiamato “piñonate”, diverso dagli struffoli solo per la forma ma con lo stesso impasto. Qualsiasi sia l’origine, gli struffoli ormai sono “accreditati” come dolci di Natale napoletani. E per gustarli meglio, si consiglia di accompagnarli con vini aromatici o liquori da dessert, come il Madera o il Passito di Pantelleria.