Carnevale: non soltanto maschere, coriandoli e carri allegorici, ma anche tempo di abbuffate di dolci. Come si sa, la data di inizio di questa festa allegra e colorata, amata soprattutto dai bambini, coincide con la domenica di “Settuagesima”, che si celebra 70 giorni prima della domenica di Pasqua. La fine della festa, invece, sarà 40 giorni prima della domenica di Resurrezione. Settimane di scherzi e allegria, circondati e “tentati” dai dolci fritti tipici, come le castagnole e le frappe, per citare i più famosi.
Dolce carnevalesco per antonomasia, le castagnole sono una preparazione tradizionale non solo della Romagna, ma comune a più regioni. La storia di queste “palline” soffici e golose è relativamente recente e risale al 1700. Le castagnole, che evidentemente prendono il nome dal frutto autunnale, sono delle palline di pasta fritte o infornate e poi spolverizzate di zucchero o coperte di miele. Di questi dolci si trova traccia in un manoscritto viterbese della fine del Settecento, dove vi sono quattro varianti della ricetta, a seconda che si preveda la cottura in forno o in padella. Altri storici della gastronomia “spostano” la data di nascita delle castagnole al 1600, un secolo prima, grazie ad alcuni documenti dove si racconta che due importanti cuochi delle famiglie D’Angiò e Farnese preparassero le castagnole, usando però il nome di struffoli alla romana.
Nella ricetta tradizionale, gli ingredienti principali sono: farina, zucchero, burro, grappa, uova, lievito, scorza di limone, mezza bacca di vaniglia, olio per friggere e zucchero a velo. In una ciotola mescolare il burro, lo zucchero, la grappa, la scorza di limone grattugiata e il contenuto della mezza bacca di vaniglia; unire un uovo e circa un terzo della farina. Mescolare con un cucchiaio per amalgamare, aggiungere il lievito, mescolare ancora, quindi unire un altro uovo. Aggiungere un altro terzo di farina e mescolare con un cucchiaio. Rovesciare l'impasto su una spianatoia, unire la farina restante. Impastare fino ad ottenere una pasta liscia, morbida e non più appiccicosa. Prelevare una parte dell'impasto, lavorarlo poco con le mani in modo da ottenere un cilindro del diametro di circa un paio di centimetri. Con un coltello tagliare ciascun cilindro di pasta a tocchetti di piccole dimensioni, poi con ciascuno di essi formare delle piccole sfere. Friggere poche castagnole alla volta in una casseruola dai bordi alti, rigirandole più volte, fino a quando saranno gonfie e dorate. Scolarle e farle asciugare su carta assorbente.
Servire subito spolverizzando a piacere con zucchero a velo.
Aggiungendo nell’impasto l’uva passa, le castagnole diventano le “frittole veneziane”.