È considerato il secondo carnevale più importante al mondo, dopo quello brasiliano di Rio de Janeiro. La festa più colorata delle Canarie si tiene a Santa Cruz de Tenerife, città giustamente gemellata con Rio.
Le prime notizie di questa tradizione risalgono al XVII secolo, quando gli abitanti europei si divertivano invertendo i sessi attraverso le maschere. I lunghi decenni della dittatura spagnola imposero al carnevale di cambiare nome per evitarne la proibizione: divenne così la “festa d’inverno”. Solo dopo la morte del generale Franco si tornò al nome originale.
Nel 1980 il carnevale di Santa Cruz de Tenerife viene dichiarato festa di interesse internazionale. Le due anime della festa sono quella ufficiale, che prevede la partecipazione di gruppi musicali e personaggi famosi, e quella di strada che coinvolge soprattutto i cittadini. Particolarità di questa festa è la partecipazione trasversale: dai bambini agli anziani.
Ogni anno viene stabilito un tema che si riflette nella scelta dei costumi indossati. Per il 2020 è stato scelto “Los coquetos años 50” (I civettuoli anni 50). Uno degli appuntamenti più importanti delle celebrazioni è l’ entierro de la sardina o sepoltura della sardina che si svolge l’ultimo mercoledì di carnevale (quest’anno in programma il 26 febbraio). L’usanza risale alla fine del ‘700 quando, in occasione del mercoledì delle ceneri, il re decise di organizzare una festa a base di pesce. Le alte temperature però rovinarono il pesce, che essendo diventato avariato e male odorante venne seppellito.
Oggi il carro allegorico con le sardine sfila per le strade della città per poi arrivare in piazza ed essere bruciato. Il ricco calendario del carnevale di Tenerife prevede continue e sfarzose parate, feste, fuochi d’artificio, spettacoli giorno e notte. Per partecipare al meglio è fondamentale uscire sempre mascherati e ballare fino a non poterne per divertirsi al massimo, perché per il prossimo carnevale bisognerà aspettare un intero anno!