Con oltre 7.000 km di costa e un numero elevato di aree di balneazione abitate da 17 milioni di persone, che possono anche raddoppiare in alta stagione, il turismo balneare può diventare rischioso perché le occasioni di affollamento, vicinanza e contatto sono più frequenti. Ecco le misure previste: negli stabilimenti balneari e nelle spiagge libere il distanziamento tra gli ombrelloni deve essere di almeno 10 metri quadri per ognuno. Tra lettini, sedie o sdraio, quando non posizionate nel posto ombrellone, deve essere garantita una distanza di almeno un metro e mezzo. Vietate le attività ludico-sportive di gruppo, è possibile praticare sport individuali come racchettoni nuoto, surf, windsurf, kitesurf. Le indicazioni sono contenute nel “Rapporto sulle attività di balneazione in relazione alla diffusione del virus Sars-CoV-2”, redatto in collaborazione con il ministero della Salute, l'Inail, il Coordinamento di Prevenzione della Conferenza Stato-Regioni, esperti delle Arpa e altre istituzioni. Nel report per una balneazione sicura sono fornite raccomandazioni per tenere sotto controllo i rischi sanitari e stabilisce, inoltre, di: prenotare l’accesso agli stabilimenti, anche online ed eventualmente per fasce orarie, in modo da prevenire assembramenti, e registrare gli utenti; utilizzare cartellonistica e locandine con le regole comportamentali per i fruitori delle aree di balneazione e i bagnanti; controllare la temperatura corporea, ove possibile, del personale e dei bagnanti con interdizione di accesso se questa risulta superiore ai 37,5°C; dotare infine i bagnanti e il personale di disinfettanti per l’igiene delle mani e dispositivi adeguati, come mascherine, schermi facciali e guanti.
Per tutti rimangono valide le seguenti indicazioni: rispetto del distanziamento interpersonale di almeno 1 metro; misure di igiene personale, pulizia e disinfezione frequenti delle mani, starnutire o tossire in fazzoletti di carta o nel gomito; uso di mascherine quando le misure di distanziamento siano di difficile mantenimento.