All’interno del Parco Regionale dei Castelli Romani, poco a sud di Roma, sorge il piccolo borgo di Nemi. Un luogo noto per le fragole coltivate lungo le rive dell’omonimo lago e celebrate con una sagra la prima domenica di giugno dal 1922. Le fragole vengono utilizzate per diversi tipi di prodotti locali tipici come dolci, tortine, confetture, il liquore fragolino e persino per la birra.
Nemi è anche conosciuta per il suo lago e per la sua storia che si intreccia con l’antica Roma.
Il lago è vulcanico e si estende per circa 1,50 km2 e ha una profondità di circa 33 metri. Era un apprezzato luogo di divertimenti e villeggiatura degli antichi romani. Nelle vicinanze è situato un bosco e un luogo di culto dedicato alla dea Diana; "Nemi" infatti prende il nome dal Nemus Dianae, bosco sacro dedicato alla dea.
L'emissario, anch'esso di epoca romana, nel suo tratto sotterraneo è lungo 1650 metri, passa sotto Genzano di Roma attraversando il recinto craterico del Vulcano Laziale e si riversa nella Valle Ariccia.
Tra le storie collegate al lago di Nemi vi è il ritrovamento delle due navi imperiali romane e recuperate dal lago tra il 1928 e il 1932. Le due navi, lunghe 70 metri e larghe più di 25, erano state fatte costruire dall'imperatore Caligola, in onore della dea egizia Iside e della dea locale Diana protettrice della caccia.
Frutto di un'ingegneria avanzata e splendidamente decorate, Caligola le utilizzava come palazzi galleggianti in cui abitare o sostare sul lago, o con cui simulare battaglie navali. In seguito alla sua morte, il Senato di Roma per cancellarne il ricordo, fece distruggere tutte le opere di Caligola, tra cui anche le navi di Nemi che furono affondate sul fondo del lago. Da allora la storia delle navi, unita al ricordo della loro magnificenza, fece presto a diventare leggenda.
Le navi furono ritrovate solo nel XV secolo e nei secoli seguenti vennero tentati vari recuperi senza esito positivo; solo nel 1932, grazie ad imponenti lavori che portarono allo svuotamento del lago mediante idrovore, le navi furono recuperate e sistemate in un museo sulla sponda nord del lago. È da notare che dopo tale intervento, il livello del lago non tornò mai più a quello originale.
Le navi andarono poi distrutte in un incendio, quasi certamente doloso, nel 1944, e la successiva opera di ricostruzione delle navi fu intrapresa da una squadra di operai specializzati.
Quelle conservate oggi nel museo delle Navi Romane sono dei modelli ricostruiti in base a disegni tecnici fatti all’epoca del recupero.
Per la qualità dell’accoglienza e del soggiorno del turista, Nemi si è guadagnato la Bandiera arancione del Touring Club Italiano.
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