Le masserie sono uno dei simboli della civiltà contadina correlate soprattutto alla storia del territorio pugliese. Sono degli edifici rurali precedentemente utilizzati come aziende agricole.
Il modello è quello della casa con corte agricola con il recinto, costituito da mura alte e uno spazio centrale (corte o cortile), su cui si affacciano gli ingressi dei vari edifici
Sono nate dalla necessità di assicurare una migliore cura e amministrazione di grandi appezzamenti di terra, in questo modo le famiglie e i contadini scandiscono la loro vita secondo i ritmi della terra e della sua coltivazione. Questi grandi edifici agricoli erano anche adibiti a stalle e depositi per foraggi e abitati dai braccianti agricoli e spesso anche dai proprietari terrieri.
Le masserie furono realizzate tenendo conto anche di un certo gusto estetico ed architettonico, grazie alla maestria di artigiani e muratori che lavoravano la pietra, il carparo o il tufo. Al tempo stesso, si tratta di insediamenti costruiti in un’ottica di funzionalità, per rendere meno dura la vita tra i campi e quindi per alleggerire la fatica dei agricoltori e garantire la massima fruibilità degli ambienti e del territorio.
Gli edifici sono circondati da spessi muri, che comprendono vasti giardini e a seconda del territorio su cui sorgono, sono coltivati ulivi, mandorli o viti. Girando per la campagna si incontrano masserie che ricordano i palazzi gentilizi delle campagne venete, e altre che somigliano a castelli, magari perché situate vicino alla costa, e rese inaccessibili per difendersi dai briganti.
Oggi le masserie della Puglia appaiono tra le strade statali o in mezzo alle campagne e alcune sono state restaurate e talvolta destinate al turismo o come resort di charme. Ambienti, un tempo produttivi, della masseria, i frantoi, le mangiatoie, i palmenti vengono restaurati con cura per far riscoprire la cultura e la tradizione rurale ai turisti.
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