Quando si parla di siti Unesco in riferimento al Belpaese, corre l’obbligo di fare un cenno alla Lombardia. Questo perché qui si trova il maggior numero di siti dichiarati dall’Unesco patrimonio dell’umanità in Italia.
Ben tredici sono infatti in questa regione quei luoghi della Terra ritenuti di “eccezionale valore universale” e tali da far parte del patrimonio comune dell’umanità.
Più nel dettaglio sono dieci i siti materiali e tre quelli immateriali.
La differenza tra gli uni e gli e gli altri è intuitiva, basti pensare che tra i primi rientra Santa Maria delle Grazie e il Cenacolo Vinciano a Milano, mentre nella categoria dei siti immateriali questa regione annovera l’arte dei muretti a secco in Valtellina, che insieme alla transumanza alpina in Lombardia e all’arte dei liutai della tradizione cremonese completa la categoria dei siti immateriali.
Facendo invece una rapida carrellata sui siti materiali, oltre a quello già citato, ce n’è per tutti i gusti: dall’arte rupestre della Valle Camonica al Villaggio operai di Crespi d’Adda, dal famoso trenino rosso che parte da Tirano a Mantova e Sabbioneta, da Monte San Giorgio (VA) ai siti palafitticoli preistorici dell’arco alpino, dai Longobardi in Italia alla città di Bergamo.
Ogni luogo, materiale o immateriale, ha ottenuto questo riconoscimento per alcune sue proprie peculiarità.
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