Napoli è una città ricca di leggende e miti. La storia della fondazione della stessa città ha le sue radici in una delle leggende più note, quella della Sirena Partenope, tanto che uno degli aggettivi per identificare i cittadini è ancora partenopei.
Sono due le leggende più note sulla figura di Partenope. La prima deriva dall’Odissea di Omero, in cui si narra che Ulisse fu l’unico a non subire gli effetti del canto melodioso delle tre sirene, inducendole al suicidio. Il corpo di una delle tre, Partenope, fu trascinato fino all’isolotto dove oggi sorge il Castel dell’Ovo, per poi dissolversi, e secondo il mito si trasformò nell’attuale paesaggio della città.
La seconda narra che Partenope fu una fanciulla greca innamorata di Cimone il cui amore era contrastato dal padre. I due decisero di fuggire, arrivando sulle coste napoletane, e qui la donna iniziò ad essere osannata dai cittadini perché al suo cammino la terra diventava sempre più fertile.
Oltre a Partenope, ci sono tante altre leggende nella città di Napoli. La Bella ‘Mbriana ad esempio è uno spirito benevolo che vive nelle case dei napoletani portando loro fortuna. Secondo la leggenda era una bellissima principessa che perse il suo amore e disperata iniziò a vagare per la città. Il re suo padre chiese ai suoi sudditi di aprire le porte delle loro case per accoglierla. Ecco perché è considerata lo spirito che protegge la casa.
Nota anche la storia del Munaciello, uno spirito dispettoso che vive nelle case, può portare sia fortuna sia sventura ed indossa un saio da monaco che nasconde le sue brutte fattezze. Il popolo gli attribuisce poteri magici e lo incolpa degli episodi spiacevoli, ma lo considera anche benevolo perché spesso lascia delle monete in luoghi nascosti della casa.
Da ricordare anche la strega del Vesuvio che si tramanda dal 1858, anno in cui ci fu una forte eruzione del vulcano che provocò la fuoriuscita di una quantità enorme di magma. Da quel momento si iniziò ad udire tutte le notte un urlo agghiacciante che fece credere agli abitanti del luogo che qualcuno soffrisse terribilmente. Dopo innumerevoli ed inutili perlustrazioni, i cittadini decisero di rivolgersi ad una fattucchiera locale per svelare il mistero. “‘A vecchia ‘e Mattavona”, questo il suo nome, riuscì a zittire le grida pronunciando incomprensibili parole magiche.
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